La conoscenza è libertà

Carlo Rovelli è una delle menti più brillanti del nostro Paese.

Nell’ultimo capitolo di “Sette brevi lezioni di fisica” fa questa cosa eccezionale che è porre finalmente fine all’eterna rivalità tra materie umanistiche e scientifiche, unendo scienza e poesia, cuore e razionalità. Ma non lo fa forzatamente: rende solo evidente come tutto sia interconnesso, spiega che siamo 𝑑𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑜 polvere di stelle, che sapere come funziona il mondo e di cosa siamo fatti non toglie meraviglia all’universo, anzi. La amplifica.

La conoscenza permette di comprendere, evidenzia relazioni, aggiunge profondità, apre porte, indica strade, illumina gli angoli bui.
E questo è fondamentale, perché la nostra libertà dovrebbe basarsi proprio sulla consapevolezza: dobbiamo poter scegliere conoscendo tutto lo spettro delle opzioni possibili, senza essere indirizzati, costretti, indottrinati da chi vuole mostrarci solo una strada, per di più occultando le buche, i cantieri e pure il paesaggio.

Carlo Rovelli predica la conoscenza.

Affare scomodo a quanto pare, perché quello che succede è che doveva rappresentare l’Italia alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte 2024, ma il suo invito è stato ritirato perché avrebbe potuto “causare imbarazzo” (cito testualmente) in seguito alle sue dichiarazioni sul palco del primo maggio, in cui Rovelli ha osato criticare il Ministro della Difesa Crosetto, inneggiando alla pace.

Ricardo Franco Levi, direttore dell’AIE, ha ritenuto meglio evitare possibili polemiche.
Sembra che ora ci abbia ripensato, ma ha comunque giustificato le sue azioni chiamandola “prudenza istituzionale”.

Noi, invece, che le parole le amiamo, le divulghiamo, non le temiamo, e soprattutto ci piace che siano quelle giuste, non la chiamiamo prudenza istituzionale, la chiamiamo censura, e la censura è una pratica fascista.

Quello che possiamo fare nel nostro piccolo è fare in modo che le parole di @carlitorovelli abbiano ancora più risonanza del solito, per cui vi invitiamo ad ascoltarlo, seguirlo, leggerlo, sostenerlo.
Che i suoi libri siano sempre nei vostri scaffali.
Noi oggi li mettiamo in vetrina.