Tag Archivio per: gli ornitorinchi leggono

Il secondo libro di quest’anno doveva essere un saggio, e il più votato era stato L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi di Merlin Sheldrake (ed. Marsilio).
Che dire, follettini e follettine (più che mai appropriato, visto che si parla di funghi)?
Ha messo la maggior parte di noi a dura prova, ma ha messo anche quasi tuttə d’accordo.

A dura prova perché in pochə sono riusciti a portarlo a termine, una delle libraie ha capitolato mestamente a pagina 76, perché pur essendo molto romanzato, narrativo, a tratti quasi poetico, resta comunque un saggio scientifico, che per essere letto -e non sorvolato- richiede attenzione e concentrazione. Ammettiamolo senza remore: non sempre viviamo periodi che ce la concedono.

Quasi tuttə d’accordo perché chi non lo ha finito ne ha comunque riconosciuto la bellezza e il valore, mentre le sei-sette persone che lo hanno concluso vittoriose si sono lasciate meravigliare, hanno aperto gli occhi e scoperto nuovi mondi, cambiato il proprio punto di vista, riflettuto sul concetto di antropocentrismo, pur nella difficoltà di affrontare l’intricato universo di ife, gangli e licheni. Come ha detto qualcunə: alla fine è valso lo sforzo di annoiarsi.

Quasi tuttə, perché c’è anche chi è arrivato all’ultima pagina e ha continuato a pensare che dei funghi, tutto sommato, non gliene può fregar di meno, e ci ha implorato di non scegliere mai più libri del genere (ciao Elisa).

Nell’insieme, però, potremmo definirlo l’incontro più pacifico di sempre: quiete e condivisione nel nome dei funghi!

Voltando DECISAMENTE pagina, da oggi ci dedicheremo a Kent Haruf e a Le nostre anime di notte per il mese di letteratura nordamericana.
Non prima, però, di rivelarvi il noir che leggeremo a seguire: un genere che vede pochə ma decisə appassionati, che tingerà di giallo le nostre feste di Natale, il cui vincitore ha staccato tutti gli altri di almeno 10 voti, salendo sul podio a petto in fuori.
Senza rulli di tamburi, il giallo più votato, che leggeremo a partire dal 18 dicembre e di cui parleremo insieme lunedì 15 gennaio, è Casino totale di Jean-Claude Izzo, il celeberrimo libro che inaugura la trilogia di Fabio Montale.

Nonostante la vittoria schiacciante, questo è il signor elenco di tutti gli altri meritevolissimi contendenti:

  • Almost blue, Carlo Lucarelli (Einaudi)
  • Il paradiso degli orchi, Daniel Pennac (Feltrinelli)
  • La donna che scriveva haiku, Seichō Matsumoto (Mondadori)
  • La belva nell’ombra, Ranpo Edogawa (Marsilio)
  • Lettera al mio giudice, George Simenon (Adelphi)
  • Il dono, Paola Barbato (Piemme)
  • Le schegge, Bret Easton Ellis (Einaudi)
  • Il grande sonno, Raymond Chandler (Adelphi)
  • Dieci piccoli indiani, Agatha Christie (Mondadori)
  • Grottesco, Patrick McGrath (Adelphi)
  • La serie infernale, Agatha Christie (Mondadori)
  • La gatta ha visto tutto, Dolores Hitchens (Sellerio)
  • L’uomo dei cerchi azzurri, Fred Vargas (Einaudi)

Appuntamento al prossimo incontro, lunedì 18 dicembre.

Martedì mattina, il terzo martedì del mese.
Vuol dire solo una cosa, che ieri c’è stato l’incontro del nostro gruppo di lettura e noi viaggiamo ancora altissime, perché il senso di pienezza, bellezza e gratitudine che ci dà trovarci in così tant* ogni volta per confrontarci, condividere, discutere, ridere, scegliere, votare, consigliarci, ascoltarci, mica ve lo sappiamo spiegare bene.

Ieri abbiamo parlato del Castello dei destini incrociati di Italo Calvino, il libro che ha diviso maggiormente le libraie, che si sono fatte così portavoce estrema di due opinioni contrastanti:
una lo ha trovato respingente, inconcludente, a tratti fastidioso, lamentando il poco interesse dell’autore verso la maggior parte dei lettor*, che si sono ritrovati impossibilitat* a seguirlo o ad accettare un patto narrativo che non ha previsto stretta di mano alcuna. Un gioco letterario (e non un esercizio di stile, come è stato giustamente fatto notare da chi ne sa) rimasto in superficie e atto solo a soddisfare l’ossessione di Calvino stesso (senza per altro riuscirci, a detta dell’autore e manco nostra).
L’altra libraia, di contro, è riuscita addirittura a commuoversi in alcuni capitoli, ritrovando citazioni di una letteratura rinascimentale molto amata, che ha aggiunto livelli di complessità e simbologie nuove ad alcune storie già note. È stata molto apprezzata l’ambientazione e la capacità di Calvino di svelare, tramite l’iconografia dei tarocchi, gli archetipi che sottostanno a molte grandi opere letterarie, dimostrando quindi davvero l’intrecciarsi di vite e destini, letterari e non.

Per concludere in diplomazia: sicuramente non il libro migliore di Calvino, forse apprezzabile maggiormente da chi ha studiato letteratura e riesce a cogliere anche i riferimenti più velati, capace di riscattarsi all’unanimità nel capitolo “Anch’io dico la mia”, che ha messo d’accordo tutt* per la sua indiscutibile bellezza, rivelando il Calvino che tanto amiamo e che, quindi, resterà comunque nostro amico. Senza rancore.

Finiti gli scontri e deposta l’ascia, felici della democrazia degli ornitorinchi che ci consente di esprimere opinioni diverse senza censura, abbiamo proposto a turno un titolo di letteratura nordamericana per decretare il libro che leggeremo a partire dal 20 novembre.
Molti grandi nomi, alcuni meno noti, inaspettatamente tanti libri di racconti, ma, alla fine, il vincitore è risultato Kent Haruf con Le nostre anime di notte, battendo per soli due voti un’agguerrita Shirley Jackson con La meridiana.

Questa la lista completa dei concorrenti in gara:

  • Un amore senza fine, Scott Spencer (Adelphi)
  • Quello che ho amato, Siri Hustvedt (Einaudi)
  • Trash, Dorothy Allison (minimum fax)
  • Trilogia di New York, Paul Auster (Einaudi)
  • Le nostre anime di notte, Kent Haruf (NN Editore)
  • North American Lake Monsters, Nathan Ballingrud (Edizioni Hypnos)
  • L’impostore, Zadie Smith (Mondadori)
  • La meridiana, Shirley Jackson (Adelphi)
  • La strada, Cormac McCarthy (Einaudi)
  • Il delta di Venere, Anais Nin (Bompiani)
  • Un brav’uomo è difficile da trovare, Flannery O’Connor (minimum fax)
  • Il racconto dell’ancella, Margaret Atwood (Ponte alle Grazie)
  • Alce nero parla, John G. Neihardt (Adelphi)
  • Il cielo è dei violenti, Flannery O’Connor (minimum fax)
  • Cani selvaggi, Helen Humphreys (Playground)

E ora, vai di funghetti con L’ordine nascosto di Merlin Sheldrake, il saggio di cui parleremo insieme al prossimo incontro.
Ci si vede lunedì 20 novembre amicie.

Possono delle libraie rimanere senza parole, loro che nelle parole ci stanno immerse e ne hanno fatto il proprio mestiere?
Può succedere. È raro, ma può succedere.
È quello che è successo ad esempio ieri sera, quando per il primo incontro del nostro gruppo di lettura vi siete presentat* quasi in sessanta. Proviamo incredulità, gioia, commozione, gratitudine, ma soprattutto un entusiasmo irrefrenabile per tutto quello che verrà.

Ci sembra poi un segno del destino che senza parole siano anche i protagonisti del primo libro che leggeremo insieme, colui che tra tutti i libri di Calvino si è aggiudicato la maggioranza dopo una battaglia all’ultimo sangue contro Le città invisibili e Se una notte d’inverno un viaggiatore, sconfitti per un solo misero voto da -che tuonino le fanfare- Il castello dei destini incrociati:
è la storia di un gruppo di viaggiatori che, per un complesso di circostanze diverse, ha perso la parola e si ritrova in un castello. L’unico mezzo che hanno per comunicare è un mazzo di tarocchi.

E potevamo noi, prese dalla foga di questa nuova stagione, non aggiungerci subito un bonus?
Ecco perché domenica 15 ottobre, nel centenario della nascita di Italo Calvino, alle 18.30 abbiamo organizzato con Cecilia Lattari un laboratorio di tarocchi proprio a partire dal Castello dei destini incrociati (prego, non c’è di ché, hype alle stelle – ma di questo parleremo più avanti).

Secondo punto sulla scaletta della serata è stata la votazione del secondo libro che leggeremo:
spesso bistrattato e accantonato dai tempi delle scuole, il caro saggio è un genere complesso, che deve trovare quel giusto equilibrio tra una prosa scorrevole (se poetica ancora meglio), e dei contenuti specifici, accattivanti, illuminanti. Questo equilibrio sembra averlo trovato quello che è stato il libro più votato, nonché il nostro saggio più venduto da quando abbiamo aperto: L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi, di Merlin Sheldrake (ed. Marsilio).

Un libro sui funghi, ma veramente? Sì, un libro sui funghi.
Sui funghi, ma anche su di noi, sul mondo, su come siamo più piccoli di quel che crediamo, ma anche molto meno soli.
Se già lo conoscete, potrete confermarne la meraviglia.
Se non lo conoscete, vi chiediamo di fidarvi e lasciarvi sorprendere.

Questa la preziosissima lista con tutti i titoli proposti:

  • La ricerca della felicità di Jiddu Krishnamurti
  • Diario di scuola di Daniel Pennac
  • Il secondo sesso di Simone de Beauvoir
  • L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi di Merlin Sheldrake
  • Il dio che danza di Paolo Pecere
  • Istruzioni per diventare fascisti di Michela Murgia
  • Il mito della bellezza di Naomi Wolf
  • Homo Deus di Yuval Noah Harari
  • Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne di Jude Ellison Sady Doyle
  • Questione di genere: il femminismo e la sovversione dell’identità di Judith Butler
  • Davanti al dolore degli altri di Susan Sontag
  • La resistenza delle donne di Benedetta Tobagi
  • La società senza dolore di Byung-chul Han
  • Tutto sull’amore di Bell Hooks
  • Per una rivoluzione degli affetti di Beatrice Vasallo

Possiamo dirlo?
Ua-U.
Che lista.
Che incontri che si prospettano.
Che incontenibile felicità.

 

P.S. Abbiamo anche pescato a caso tutti i generi e i temi che scandiranno i mesi a venire. Per scoprirli, andate a vedere il calendario! Ah, ha deciso la sorte, quindi se ci sono lamentele indirizzatele a lei.

Ebbene sì, abbiamo già un indizio su quale sarà il primo libro della prossima stagione del nostro gruppo di lettura GOL – Gli ornitorinchi leggono!
Nel centenario della sua nascita vogliamo omaggiare uno dei più grandi scrittori del nostro Paese, colui che si è guadagnato meritatamente un posto nell’Olimpo della letteratura: Italo Calvino.

Nella settimana dal 28 agosto al 01 settembre raccoglieremo via telegram, mail, instagram, di persona, per telefono, con piccioni viaggiatori o altri ambasciatori di sorta il vostro titolo prescelto tra tutta la bibliografia di Calvino. Quale libro avrà ottenuto più voti, e quindi il primo libro della stagione GOL 23/24, sarà rivelato il 18 settembre durante il primo incontro del gruppo di lettura.

Inizio col botto, dunque, come GOL richiede.

Vi aspettiamo, ornitorinchi vecchi e nuovi!

 

Bibliografia* di Calvino da cui prendere spunto:

Romanzi

  • Il sentiero dei nidi di ragno, 1947
  • Il visconte dimezzato, 1952
  • Il barone rampante, 1957
  • La speculazione edilizia, 1958
  • Il cavaliere inesistente, 1959
  • La giornata d’uno scrutatore, 1963
  • Marcovaldo, 1963
  • Le città invisibili, 1972
  • Il castello dei destini incrociati, 1973
  • Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979
  • Palomar, 1983

Raccolte di racconti

  • Ultimo viene il corvo, 1949
  • L’entrata in guerra, 1954
  • Fiabe italiane, 1956
  • I racconti, 1958
  • La nuvola di smog e La formica argentina, 1965
  • Le cosmicomiche, 1965
  • Ti con zero, 1967
  • La memoria del mondo, 1968
  • Gli amori difficili, 1970
  • Tutte le cosmicomiche, 1984
  • Sotto il sole giaguaro, 1986
  • Il teatro dei ventagli, 2023

Saggi

  • Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino con una scelta del poema, 1970
  • Una pietra sopra, 1980
  • Collezione di sabbia, 1984
  • Lezioni americane, 1988
  • Sulla fiaba, 1988
  • La strada di San Giovanni, 1990
  • Perché leggere i classici, 1991
  • Prima che tu dica «Pronto», 1993
  • Eremita a Parigi, 1994
  • Mondo scritto e mondo non scritto, 2002
  • Il libro dei risvolti, 2003
  • Un ottimista in America, 1959-1960, 2014
  • Dalla favola al romanzo. La letteratura raccontata da Italo Calvino, 2021
  • Guardare. Disegno, cinema, fotografia, arte, paesaggio, visioni e collezioni, 2023

*ci teniamo a specificare che non si tratta della bibliografia completa, ma di quella attualmente (più o meno facilmente) reperibile

Gli ornitorinchi leggono BONUS EDITION!
I nostri ornitorinchi lettori, a quanto pare, non sanno stare senza confrontarsi e condividere almeno una lettura per un’intera estate. Ecco perché è nata spontaneamente la proposta di un libro bonus, questa volta da annoverare tra i mattoni (solo per il peso fisico, non intellettuale), per cui chi lo vorrà potrà cimentarsi nella lettura di Rayuela di Cortázar, uno di quei titoli da leggere almeno una volta nella vita (e se ci sono degli amici a farlo con noi, ancora meglio).

 

Autore: Julio Cortázar
Editore: Einaudi
Pagine: 648
Prezzo: 17,00€

«Contro-romanzo», «cronaca di una follia», «il buco nero di un enorme imbuto», «un grido di allerta», «una specie di bomba atomica», «un appello al disordine necessario»: con queste e altre espressioni venne salutato al suo apparire, nel 1963, Rayuela, uno dei capolavori del Novecento che ha cambiato la storia del romanzo e la vita delle persone che lo hanno letto.

In una Parigi popolata da affittacamere xenofobe, intellettuali male in arnese, pianiste patetiche, scrittori distratti, facili vittime di incidenti stradali, l’eterno studente argentino Horacio Oliveira si muove attraverso la città e l’esistenza come attraverso le caselle del «gioco del mondo». Un percorso dalla terra al cielo, da Parigi a una Buenos Aires grottesca alla ricerca del Centro, della vera vita e soprattutto di Lucía, «la Maga», inconsapevole depositaria di ogni mistero e pienezza, l’unica che non dimentica che, in fondo, «per arrivare al Cielo servono solo un sassolino e la punta di una scarpa».

Nell’ultimo incontro abbiamo parlato del libro che per la prima volta ha davvero messo d’accordo tutt*, e non avrebbe potuto essere altrimenti: Mor. Storia per le mie madri di Sara Garagnani è un capolavoro di grafica, delicatezza, introspezione, sublime capacità di parlare di traumi, dinamiche e relazioni familiari, analisi e accettazione.
Non importa quanto la storia narrata sia personale, il grande dono dell’autrice è quello di raccontarla in un modo per cui ognuno ci trova qualcosa di suo, e, di conseguenza, un balsamo per lenire le proprie ferite. È difficile parlare di Mor senza commuoversi, senza parlare di sé, senza lasciarsi toccare, ogni commento diventa per forza di cose un racconto personale.
Per questo quello che continuiamo e continueremo sempre a consigliare è di leggerlo, e di regalarlo, perché è un libro che cura l’anima.

Ora però, dopo quest’ultimo appuntamento, è successo davvero. È finita la prima stagione di GOL – Gli ornitorinchi leggono, il nostro gruppo di lettura nato a settembre dello scorso anno.
E quindi ci sentiamo di tirare un po’ di somme:

Nove mesi insieme, nove libri letti per un totale di 2118 pagine.
Ben 126 libri consigliati.
Una media di trenta partecipanti a serata, con oltre 120 iscritt* al gruppo telegram.
Il libro preferito: Mor. Storia per le mie madri di Sara Garagnani
Il libro più divisivo: Gita al faro di Virginia Woolf
Il libro che ha quasi rotto delle amicizie: Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata di Raphael Bob-Waksberg
Il libro più inaspettato: Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov
La discussione più interessante: L’università di Rebibbia di Goliarda Sapienza
Bottiglie di prosecco stappate e birre spillate: numero indefinito.
Cioccolatini artigianali mangiati: numero ancora più indefinito.
Quello che non avremmo mai pensato: che un gruppo di lettura potesse arrivare a unirsi e diventare famiglia come un gruppo di teatro. Che non è per nulla scontato, perché il teatro è anima, corpo e relazione con l’altro, mentre la lettura è intima, individuale, per natura si rivolge verso l’interno, e non il contrario. Ma qui è successo l’insospettabile; forse è il destino che ci ha fatti trovare, forse sono queste mura che negli anni hanno accolto macellai, briganti e calzolai ad avere qualcosa di magico, ma non ci importa molto del perché o per come. L’importante è che sia successo e che l’incantesimo si ripeta ad ogni nuovo incontro, che per noi si rivela la prova provata che la letteratura, ma soprattutto la condivisione genera bellezza e rende il mondo un posto migliore. O almeno, il nostro di sicuro.

Grazie a tutt* voi che lo avete reso possibile, che ci avete sorpreso come non avevamo neppure sperato, e che ci arricchite ogni volta con i vostri pensieri.
Ci vediamo il 18 settembre, con chi tornerà e con chi vorrà aggiungersi (sì, ci mancate già e l’attesa sarà lunga).

Prima di salutarci, vi lasciamo la lista di libri che i nostri ornitorinchi lettori consigliano a tutt* per quest’estate.
Se vorrete prendere spunto, aspettiamo i vostri commenti sul nostro canale telegram: https://t.me/gli_ornitorinchi_leggono

  • Tutto quello che non ricordo, Jonas Hassen Khemiri (Iperborea) – Paola
  • L’estate che sciolse ogni cosa, Tiffany McDaniel (Atlantide) – Bianca
  • In fuga, Alice Munro (Einaudi) – Livia G.
  • Discorso dell’ombra e dello stemma, Giorgio Manganelli (Adelphi) – Roberto
  • Le pianure, Federico Falco (Sur) – Livia F.
  • Le correzioni, di Jonathan Franzen (Einaudi) – Clara
  • Giorni felici, di Zuzu (Coconino) – Martina
  • Non è un lavoro per ragazze, di Sakuraba Kazuki (E/O) – Ante
  • Una vita come tante, di Hanya Yanagihara (Sellerio) – Silvia e Paolo
  • Gli amori difficili, di Italo Calvino (Massimo)
  • La simmetria dei desideri, di Eshkol Nevo (Neri Pozza)
  • Le sette morti di Evelyn Hardcastle, di Stuart Turton (Neri Pozza) – Matteo
  • Ogni passione spenta, di Vita Sackville-West (Il Saggiatore) – Lorenzo
  • Il guardiano notturno, di Louise Erdrich (Feltrinelli) – Maria L.
  • Tre ciotole, di Michela Murgia (Mondadori) – Simona
  • Pomodori verdi fritti al Caffé di Whistle Stop, di Fannie Flagg (Rizzoli) – Maria S.
  • I miei stupidi intenti, di Bernardo Zannoni (Sellerio)
  • Grottesco, di Patricl McGrath (Adelphi)
  • Bonjour tristesse, di Françoise Sagan (Tea) – Giuditta
  • Dolores Claiborne, di Stephen King (Sperling & Kupfer) – Lilith

Penultimo appuntamento di questa stagione del gruppo di lettura = due ore di discussione piena piena.
Due ore di discussione su un libro che, per di più, ha messo d’accordo praticamente tutte e tutti, alias: L’Università di Rebibbia.
Ma Goliarda Sapienza fa quest’effetto, c’è poco da dire.

Centotrentotto pagine che molti di noi hanno sottovalutato, illudendosi che la brevità del libro corrispondesse ad una lettura veloce, esauribile in poche sere. Ma, cari i miei piccoli lettori, non se la scrittura è quella sapiente della nostra amata Goliarda. E questo non perché sia una prosa ostica o respingente, tutt’altro: lo stile è così poetico, armonioso e denso di immagini, che risulta difficile non soffermarsi a leggere e rileggere ogni riga per essere sicuri di non perdere neanche una goccia della bellezza che trasuda.

Quello che lo rende così speciale, poi, è che tutta questa meraviglia è contenuta in un libro che parla di carcere.
Ad alcuni, pur constatando l’ineccepibilità della scrittura, questo accostamento è risultato stridente, a tratti supponente. Pure all’epoca la sua visione del carcere è stata tacciata di eccessivo romanticismo e idealizzazione, con tutti questi personaggi a tratti fiabeschi e questi dialoghi quasi surreali. Anche la classe sociale da cui proviene Goliarda Sapienza ha un peso, una classe agiata e privilegiata che non si può nascondere e che ha reso la sua esperienza carceraria inevitabilmente differente rispetto a chi viene dalla strada.

Ma tutto questo l’autrice non l’ha mai negato: è una scrittrice, la romanticizzazione e le licenze poetiche che (forse) si è concessa derivano dal fatto che si tratta di un romanzo, non di un saggio antropologico. È anche ben cosciente del proprio status sociale, non lo nega e anzi, lo dichiara più volte nel testo, proprio per riflettere sulle differenze e sui problemi che pervadono la nostra società. Tutto questo mantenendo uno sguardo onesto, sensibile, e profondamente umano, da cui dovremmo solo imparare.

Responso: leggete Goliarda e godetene tutti.

Temevamo ci sarebbero stati scontri più accentuati, eravamo certi che Gospodinov con la sua prosa postmoderna si sarebbe rivelato più divisivo, ma così non è stato. Non sappiamo se i detrattori abbiano sofferto di eccessiva timidezza, o se il celebre autore bulgaro si sia dimostrato innegabilmente bravo, fatto sta che il giudizio finale su Fisica della malinconia si può riassumere così:

È un libro che andrebbe centellinato, degustato, e non divorato come alcuni di noi sono stati costretti a fare per esigenze di tempo. Richiede la predisposizione a perdersi nei suoi labirinti, senza fretta, lasciandosi ispirare o trasportare dalle immagini, dai quadri, dalle riflessioni, dagli input che dissemina di pagina in pagina. All’inizio si è tentati di tenere ben saldo il filo di Arianna a cui siamo abituati ad aggrapparci (in letteratura come nella vita), ma, ad un certo punto, ci si rende conto che l’unica possibilità per non perdersi è proprio lasciar andare quel filo: il cerchio prima o poi si chiuderà e ritorneremo al punto di inizio.

Non tutti però hanno voglia di fare questo patto e lasciarsi andare, oppure, molto banalmente, può non essere il momento giusto per farlo. C’è chi chiede a gran voce più chiarezza, chi ha invocato nuovamente l’esercizio di stile, chi ha chiuso il libro e l’ha dimenticato in fretta.

Come ha detto giustamente qualcuno: spesso è necessario un certo livello di empatia (oh, guarda, un termine a caso) e affinità tra lo spirito dell’autore o autrice e il nostro, perché un libro ci piaccia. Questo potrebbe essere un caso particolarmente esemplificativo.

Chiusa la faccenda Fisica della malinconia – su cui eravamo tutti d’accordo che avremmo potuto disquisire e filosofeggiare per una settimana intera, abbiamo proseguito con la scelta del graphic novel che leggeremo come ultimo (sigh!) libro di questa meravigliosa stagione di GOL. Molti si sono orientati sui grandi classici, perché i nostri ornitorinchi lettori sono molto eterogenei, e abbiamo convenuto fosse il caso di approcciarsi a questo genere partendo dalle basi, ma non sono mancate proposte più recenti e all’avanguardia.

Il podio, infine, lo ha conquistato un libro che amiamo moltissimo, che abbiamo presentato con l’autrice nell’estate 2022, e non possiamo che essere felicissime se continuerà a diffondersi il verbo: Mor. Storia per le mie madri, di Sara Garagnani (add editore).

I candidati erano comunque tutti – ma proprio tutti – validissimi, bisogna dirlo:

  • Persepolis, di Marjane Satrapi (Rizzoli Lizard)
  • Pelle d’uomo, di Hubert e Zanzim (Bao Publishing)
  • Le malerbe, di Gendry-kim Keum Suk (Bao Publishing)
  • Jonas Fink, di Vittorio Giardino (Rizzoli Lizard)
  • Basilicò, di Giulio Macaione (Bao Publishing)
  • Giorni felici, di Zuzu (Coconino Press)
  • Poema a fumetti, di Dino Buzzati (Oscar Mondandori Ink)
  • La mia vita postuma, di Hubert e Zanzim (Bao Publishing)
  • Cinzia, di Leo Ortolani (Bao Publishing)
  • La trilogia Nikopol, di Enik Bilal (Alessandro Editore)
  • Crawl Space, Jesse Jacobs (Eris)

E ora daje di Goliarda Sapienza e L’Università di Rebibbia

Autrice: Goliarda Sapienza
Editore: Einaudi
Pagine: 140
Prezzo: 12,00€

 

L’arte della gioia dev’essere un romanzo maledetto. Per esso Goliarda si ridusse in assoluta povertà e andò persino in galera per aver rubato una manciata di gioielli. E quel fremito letterario per il quale era disposta a un gesto disperato si mantiene in queste pagine, in cui racconta la sua detenzione a Rebibbia, scuola di vita, vera e propria università che insegna, senza le illusioni e le ipocrisie della vita ordinaria, la dura e autentica dimensione della convivenza umana. Ma in quell’universo freddo e spietato, Goliarda scopre anche cosa vuol dire solidarietà, calore, amicizia, spontaneità, impossibili nel mondo di fuori dove si è meno liberi e sicuri. Intellettuale libera e anticonformista, Goliarda Sapienza ci offre, con sguardo lucido e penetrante, uno spaccato sorprendente che rovescia tutti i nostri stereotipi su una realtà sconosciuta e per questo tanto piú rivelatrice.

Autore: Georgi Gospodinov
Editore: Voland
Pagine: 336
Prezzo: 15,00€

 

Un ragazzo è affetto da una strana sindrome: soffre di empatia, è capace di immedesimarsi nelle storie degli altri. Inizia così un viaggio nel mondo del possibile, nel labirinto dei sentimenti mai provati, delle cose mai accadute eppure reali più del reale stesso. Questo “io” coraggioso e impertinente va e viene dal passato, fa incursione in un futuro di cui abbiamo già nostalgia, e ritorna con un inventario di storie sull’autunno del mondo, sui Minotauri rinchiusi in ognuno di noi, sulle particelle elementari del rimpianto, sul sublime che può essere ovunque.

Georgi Gospodinov Nato a Jambol nel 1968, è poeta innovativo e raffinato, prosatore e studioso di letteratura, oggi considerato lo scrittore più talentuoso della Bulgaria. Con il suo esordio narrativo, Romanzo naturale (Voland 2007), accolto come una vera rivelazione, ha immediatamente incontrato il favore di critica e pubblico che ne hanno decretato lo straordinario successo, e ha ottenuto il primo premio del concorso Razvitie per il romanzo bulgaro contemporaneo. È tradotto in diciannove lingue.

Tag Archivio per: gli ornitorinchi leggono

Nessun risultato

Spiacente, nessun articolo corrisponde ai tuoi criteri