Niente
Autrice: Janne Teller
Editore: Feltrinelli
Pagine: 128
Prezzo: 12,00€
Non c’è niente che abbia senso,
è tanto tempo che lo so. Perciò
non vale la pena far niente,
lo vedo solo adesso
Quanto vogliamo soffermarci su queste parole? Poco, diciamocelo. La paura che possano essere vere (ma cosa dico paura, il terrore) fa sì che le rifuggiamo, lasciamo che il loro significato ci rimbalzi addosso, possibilmente senza neppure scalfirci. Se davvero prendessimo in considerazione che nulla potrebbe avere senso, ci aspetterebbe solo il baratro.
Ecco perché, quando il dodicenne Pierre Anthon, compagno di classe di un gruppo di ragazzi di un paesino danese, se ne esce con questa constatazione e decide di ritirarsi calvinianamente sul ramo di un susino, i suoi coetanei entrano in crisi. Non può avere ragione. Se niente ha senso, perché alzarsi la mattina? Perché andare a scuola, a lavoro, perché innamorarsi se l’amore è destinato a finire, perché immaginare il futuro, perché sperare in un mondo migliore?
Una prospettiva agghiacciante, che spinge i compagni di Pierre Anthon a fare di tutto per dimostrargli il contrario.
Questo ragazzo va tirato giù dall’albero, gli va dimostrato che qualcosa che ha un significato c’è. A qualunque costo.
Il costo del significato.
Con quella che potrebbe essere definita una nera valanga di richieste sempre più tragiche, assurde, disturbanti, i ragazzi accumulano fisicamente, una sull’altra, le cose che per loro sono importanti. Un’importanza che a quel punto acquista sempre più valore, perché è il significato che giustifica le nostre azioni.
Ho provato a lasciarmi scalfire da quelle parole, ad ascoltarle davvero. E mi dispiace Pierre Anthon, perché il risultato è che sono pienamente d’accordo con te, ma la mia reazione è diametralmente opposta: Forse è vero che niente ha senso, che l’amore finisce, che non lo sappiamo che cosa è davvero importante, che alla gioia seguirà sempre il dolore. Ma al dolore seguirà nuovamente la gioia, dopo un amore finito arriverà un amore nuovo, e invece che vederne l’aspetto terrificante, mi piace vedere il lato confortante di questo cerchio destinato a ripeteresi.
Non c’è niente che abbia senso?
Chissà. Forse, al contrario, ha senso tutto.