Perché tornavi ogni estate
Autrice: Belén López Peiró
Editore: La nuova frontiera
Pagine: 144
Prezzo: 14,90€
Non ti fare problemi a indossare i tacchi
Ci sono cose che temiamo così tanto da aver paura di dirle perfino a noi stessi. Abbiamo paura che anche solo pronunciando delle parole possiamo contribuire ad affermare la realtà, una realtà che a volte è davvero orrenda.
Nel suo romanzo d’esordio Belén López Peiró parte proprio da questo: da un silenzio così assordante da dover essere colmato, per far sì «che laddove vi era stato silenzio ora ci fossero grida, grida di dolore, di tristezza».
E infatti, le parole che usa Peirò sono crude, spietate: parole a cui spesso non aveva nemmeno pensato prima di dover raccontare la sua storia, prima di trovarsi di fronte a un foglio di carta bianco e dover scrivere una denuncia di abuso sessuale. Davanti a quel foglio sente che non c’è un linguaggio adatto per descrivere ciò che ha passato e può fare una sola e unica cosa: costruire il suo linguaggio, portare le parole fino al limite, riempirle e svuotarle di significato, lacerarle e ricucirle, inserirle in un nuovo circuito di senso.
Queste parole si riversano nella scrittura come torrenti in piena che stanno per esondare e non si sa quali argini andranno a distruggere. Il gorgoglio di questi torrenti è dato infatti dalle tante voci che partecipano a costruire la narrazione di questo romanzo: la voce sospettosa dei parenti, quella tecnica degli atti giudiziari, quella accusatoria di chi ha coperto l’abuso, quella di chi le ha chiesto perché tornasse ogni estate nella casa dello zio che ha abusato sessualmente di lei dai 13 ai 17 anni.
E tutte queste voci parlano e si intrecciano, ci disorientano, ci fanno mescolare verità e menzogna.
Ma ad un certo punto la sua voce riesce ad emergere sopra il brusio delle altre e, attraverso il potere della scrittura, riesce finalmente a sciacquarsi la bocca da tutte queste parole infette, disgustose, amare.
In Argentina, grazie alla pubblicazione di questo libro, molte donne si sono convinte a sporgere denuncia e il testo è stato adottato nelle scuole e nei corsi di formazione sulla violenza di genere.
Perché il personale è politico e la storia di una diventa la storia di tutte, soprattutto di quelle che non hanno mai potuto trovare le parole per raccontare.