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copertina libro mor
Autrice: Sara Garagnani
Editore: ADD
Pagine: 352
Prezzo: 25,00€

 

“Ogni persona deve fare i conti con una storia che non ha scelto, ma di cui è frutto. Da cui può scegliere di allontanarsi, ma in cui affonda le radici. In un modo o nell’altro dovrà farci i conti, perché sarà comunque parte della sua identità.”

Era stato chiesto a Maura Gancitano di scrivere la prefazione di Mor. Storia per le mie madri, ma lei, con grande saggezza e sensibilità, ha detto di non poterlo fare. Al massimo avrebbe scritto una postfazione.

Ora che l’ho letto capisco perfettamente le sue ragioni. Sono le stesse per cui anch’io non ve ne parlerò, ma vi inviterò a leggerlo ogni volta che ne avrò occasione.

La potenza di questa storia è universale, ancestrale. Apre ferite che avevamo chiuso, o di cui forse ci eravamo dimenticati, per poi ricucirle con nuove consapevolezze e una nuova comprensione.

Non ho ancora capito se questa lettura mi abbia risparmiato un anno di psicoterapia, o se invece ora ne avrò ancora più bisogno.
Finché cerco di venirne a capo, mi crogiolo in quest’uragano emotivo che mi ha sconquassata e riequilibrata allo stesso tempo.

“Chissà se l’amore era una guerra o una tregua.”

EH.

copertina libro crepitio di stelle
Autore: Jón Kalman Stefánsson
Editore: Iperborea
Pagine: 256
Prezzo: 17,00€

 

Sarà la primavera (con l’estate alle porte saranno le ragazze con le gonne più corte) che invita il nostro umore sulla pista da ballo e ci rende tutti più emotivi, ma riprendendo in mano Crepitio di stelle di Jón Kalman Stefánsson, rileggendo quella misera sessantina di passaggi che avevo sottolineato, è riemersa in un battito mancato la stessa poetica malinconia, la stessa malinconica poesia, gli stessi lucciconi agli occhi che sgomitano per affacciarsi sul mondo, lo stesso irrefrenabile desiderio di leggere di qui alla fine dei giorni solo parole scritte da quest’uomo.

Tra divani indifferenti, cieli che schiaffeggiano, disperazioni che forzano le porte, strade talmente corte che sembrano una parola di scuse, ci ho ritrovato questo:

Mi viene in mente che espressioni come “a casa” e “nostalgia di casa” si riferiscono in primo luogo al profondo desiderio di ritornare dalle persone che sentiamo legate a noi. Tornare da coloro a cui ti senti legato, a cui vuoi legarti, a cui sei stato legato in passato oppure immagini di esserti legato; di stare insieme a loro. Sarà corretta la mia interpretazione? Non lo so, ma in tutta probabilità “casa” è al contempo la parola più tetra e luminosa di una lingua. Per questo dobbiamo utilizzarla con giudizio.

Sì Jón, penso che tu abbia proprio ragione.

Utilizziamola con giudizio questa parola così importante che mi stringe il cuore ogni volta, utilizziamo con giudizio tutte le parole, e il mio giudizio -molto di parte- vi invita a leggerle tutte, quelle scritte da lui. Intanto le custodirò qui in libreria, nella speranza che le vogliate portare con voi e che possano trovare nuove case da inondare di luce e poesia.