Il giunco mormorante

Autrice: Nina Berberova
Editore: Adelphi
Pagine: 79
Prezzo: 10,00€

„Nella vita di ognuno esistono momenti – quando la porta sbattuta all’improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco ‘no’ che sembrava irrevocabile si muta in ‘forse’ –, momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue. È stata concessa una proroga a qualcosa di ineluttabile, definitivo; il verdetto del giudice, del console, del dottore è stato rinviato. Una voce ci avverte che non tutto è perduto. E con gambe tremanti e lacrime di gratitudine passiamo nel locale adiacente, dove ci pregano di ‘aspettare un poco’ prima di spingerci nel baratro.”

Il giunco mormorante di Nina Berberova comincia così.
È un libriccino di 80 pagine della Piccola Biblioteca Adelphi, e se dico che lo leggerete in due ore sto arrotondando per eccesso. Eppure, da quelle due ore arrotondate per eccesso, potreste uscirne cambiati. Anzi no, non cambiati, perché in realtà sappiamo già tutto ciò che c’è da sapere.
Mi correggo: Nina Berberova, in queste dure ore arrotondate per eccesso, farà sì che ricordiamo.
Ci sarà un momento in cui si insinuerà dolcemente lì dove non entra nessuno, nel no man’s land della nostra testa, per ricordarci che siamo noi i padroni della terra che abbiamo dentro, in cui siamo ciò che vogliamo essere, pensiamo ciò che vogliamo pensare, sentiamo ciò che vogliamo nella libertà più assoluta, senza leggi, senza morale, senza giudizio.
Lì, l’amore che proviamo per qualcuno è nostro, non suo.
Lì siamo noi, nell’accezione più pura e vera del termine, ed è ciò che possediamo di più sacro.
E allora difendiamola quella terra: nessuna costruzione abusiva che non desideriamo, strade tracciate senza il nostro permesso o cartelli fuorvianti a indirizzarci e confonderci.

Se il destino ci invita nel locale adiacente, possiamo decidere di non andarci.
Ciò che sembra già scritto, non lo è realmente finché non ne avremo scritto la nostra versione.
Se esiste una verità, è lì che abita, in quella terra di nessuno se non nostra.

Non so spiegare la mia gratitudine per queste due ore arrotondate per eccesso.