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Curatrici: Sinéad Gleeson, Kim Gordon
Editore: Sur
Pagine: 314
Prezzo: 20,00€

 

Così come comporre e suonare, anche scrivere di musica è stata un’attività tradizionalmente più maschile che femminile: questa antologia – curata da Kim Gordon, iconica bassista dei Sonic Youth, e dalla scrittrice irlandese Sinéad Gleeson – ribalta la prospettiva, dando la parola a sedici donne (comprese le curatrici) sulla musica che le appassiona.

Sono narratrici, giornaliste, musiciste, produttrici, «creative» nel senso più ampio del termine, e i loro contributi spaziano dall’autobiografia all’intervista, dal ritratto alla riflessione politica, raccontando pioniere e figure di culto, collegando la musica ai ricordi, all’identità personale, alla storia collettiva. Un’originale guida all’ascolto dal folk al jazz, dal rock alle sonorità sperimentali; un viaggio fra continenti, epoche e tradizioni diverse; una polifonia di voci femminili che espande i nostri orizzonti, sonori e non solo.

Autrice: Samanta Schweblin
Editore: SUR
Pagine: 221
Prezzo: 17,50€

Una nuvola di farfalle – così bella da far paura, un cameriere che continua a servire i clienti nonostante la moglie sia morta sul pavimento della cucina, un gruppetto di spose abbandonate dai mariti su una strada di campagna, un bambino che non ricorda il sapore dello zucchero, un uomo che si trasferisce in un negozio di giocattoli, un cane che agonizza nel baule di una macchina senza sapere che il suo sacrificio sarà inutile.

Nei venti racconti che compongono Uccelli vivi Samanta Schweblin si dimostra la degna erede della tradizione letteraria di Julio Cortázar, Raymond Carver e Flannery O’Connor: la sua prosa concisa, acuta, e incredibilmente affilata dà vita a storie che sono un concentrato di pura visionarietà, in cui l’assurdo e il mostruoso si celano dietro a dettagli all’apparenza insignificanti del quotidiano. Con una scrittura cristallina e un’attenzione al dettaglio propria solo dei grandi narratori, l’autrice ci mostra il lato nascosto di una realtà ingovernabile, distorta da minuscole ma inevitabili stranezze e incomprensioni. Un libro sconvolgente, denso e perturbante come un equivoco, che tiene svegli la notte e riempie il giorno di uno sguardo nuovo.

Autrice: Aurora Venturini
Editore: Sur
Pagine: 190
Prezzo: 16,50€

Se abbiamo sempre creduto, come diceva Tolstoj, che tutte le famiglie felici si somigliano, forse non abbiamo mai letto Aurora Venturini. Le cugine racconta la storia della famiglia López, felice e infelice a suo modo. Una famiglia disfunzionale, certo, dalla quale gli uomini sembrano essersi dileguati: c’è la madre, un’insegnante in pensione, c’è Betina, «errore della natura», e c’è Yuna, che nonostante abbia dei problemi con il linguaggio è la protagonista e indimenticabile narratrice. La conosciamo quando è solo una ragazzina, testimone arguta e implacabile delle disgrazie che la circondano – deformità, violenze, separazioni burrascose – e la seguiamo fino a vederla diventare una pittrice di successo. Nel suo monologo torrenziale, in cui la punteggiatura è fatica e ostacolo, Yuna sembra dirci che da vicino nessuno è normale, e che delusioni, sofferenza e oblio fanno in fondo parte della vita.

Le cugine è un romanzo di formazione oscuro e brutale, che guarda là dove il nostro occhio non vuole mai posarsi – alla mostruosità e all’infermità mentale – con una prosa ingenua e crudele in parti uguali, lontana da ogni idea di politically correct, eppure vicinissima a ciò che accade quando la letteratura incontra una sfrenata originalità.