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Autore: Georgi Gospodinov
Editore: Voland
Pagine: 336
Prezzo: 15,00€

 

Un ragazzo è affetto da una strana sindrome: soffre di empatia, è capace di immedesimarsi nelle storie degli altri. Inizia così un viaggio nel mondo del possibile, nel labirinto dei sentimenti mai provati, delle cose mai accadute eppure reali più del reale stesso. Questo “io” coraggioso e impertinente va e viene dal passato, fa incursione in un futuro di cui abbiamo già nostalgia, e ritorna con un inventario di storie sull’autunno del mondo, sui Minotauri rinchiusi in ognuno di noi, sulle particelle elementari del rimpianto, sul sublime che può essere ovunque.

Georgi Gospodinov Nato a Jambol nel 1968, è poeta innovativo e raffinato, prosatore e studioso di letteratura, oggi considerato lo scrittore più talentuoso della Bulgaria. Con il suo esordio narrativo, Romanzo naturale (Voland 2007), accolto come una vera rivelazione, ha immediatamente incontrato il favore di critica e pubblico che ne hanno decretato lo straordinario successo, e ha ottenuto il primo premio del concorso Razvitie per il romanzo bulgaro contemporaneo. È tradotto in diciannove lingue.

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Crediamo di poter affermare senza troppi riguardi che il nome di Rasputin si sia tramandato con ancor più prepotenza di quello dello zar Nicola II Romanov, di cui era il fedele consigliere.
Viene definito un religioso, un mistico, un politico, capace di poteri sovrannaturali. La verità non la sappiamo, ma sicuramente è qualcuno che ha incusso timore e riverenza.

L’autore romano Sergio Kraisky, figlio dello slavista, critico, traduttore e divulgatore di lingua russa Giorgio Kraisky, decide di far nascere Pavel, il protagonista del suo ultimo romanzo, nella stessa notte in cui fu assassinato Rasputin, rendendolo quindi la sua presunta reincarnazione:

Dalla Rivoluzione di ottobre al nazismo, attraverso tragedie private e sogni di redenzione, i destini di Pavel Krotovskij e Sigrid Schmidt, un ebreo russo e un’ebrea tedesca, finiranno per incrociarsi dopo aver peregrinato tra Unione Sovietica, Italia, Germania, Romania, Afghanistan, Brasile. Una storia d’amore segnata dai soprusi delle dittature e dal cinismo delle democrazie. Fino a ritrovarsi tutti, vivi e morti, a scambiarsi accuse, rimpianti e perdoni fino alla fine del tempo. La maledizione di Rasputin, la cui ombra grava sulla storia del secolo passato e sul presente, segna lungo tre generazioni le vicende narrate in queste pagine.

Piergiorgio Paterlini su Robinson la descrive come “una scrittura che fa apparire fantasia, immaginazione e sogno ciò che è documento storico e vividamente realistico ciò che è fantasia, immaginazione, sogno”.

Con La maledizione di Rasputin, Kraisky è il cicerone che ci conduce lungo le dittature e le democrazie che hanno segnato il secolo scorso, partendo proprio da una delle sue figure più misteriose e idealizzate. E chi siamo noi per non presentarvi un libro con queste irresistibili premesse?

Giovedì 30 marzo ne parliamo qui con l’autore, Francesco D’Isa e Wlodek Goldkorn.