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Autor*: anonimo
Editore: WOM
Pagine: 206
Prezzo: 19,00€

Jack Saul è un bellissimo giovane, consapevole che il proprio corpo è la sua migliore risorsa. E una sera, un curioso cliente gli propone di mettere per iscritto le sue esperienze… Inizia così l’affascinante racconto sulle peripezie del prostituto Jack Saul in un’Inghilterra conservatrice di fine Ottocento, attraverso il quale il giovane offre un campionario di tutte le passioni proibite, a partire dalla sua precoce iniziazione sessuale per mano di un ragazzino del collegio, fino alle più orgiastiche voluttà.

Un romanzo clandestino, la cui oscenità non deriva solo dal fatto che il narratore protagonista è un «sodomita di professione», bensì inoltre che la sua vicenda incroci quella di Ernest Boulton e Frederick Park – in arte Fanny e Stella –, protagonisti del più celebre “scandalo sessuale” dell’epoca e di un attacco di panico drag da parte della borghesia, a cui il romanzo riserva un’importante sezione del suo sviluppo, oltre che conferirgli un ruolo primario nell’appendice pubblicata qualche anno dopo col titolo di Lettere di Laura e Eveline (qui per la prima volta tradotta in italiano).

Un fenetico inno alla libertà dei corpi, che si dipana e prolifera come un fregio caleidoscopico che persino la più fervida fantasia avrebbe difficoltà a immaginare.

Scopri anche il “caso” Boulton & Park attraverso gli atti del celebre processo e, se acquisti la combo drag, potrai avere i due titoli con un segnalibro fatto su misura per l’occasione.

Autore: B. Traven
Editore: WOM
Pagine: 330
Prezzo: 20,90€

Durante una sosta nel porto di Anversa, il marinaio americano Gerard Gale perde la sua nave e rimane sprovvisto di tutto, compresi i documenti, ritrovandosi incastrato negli ingranaggi infernali della burocrazia. Da un giorno all’altro diviene un vagabondo, un clandestino metafisico espulso da una frontiera all’altra. Per sua grande sfortuna, riesce a salire a bordo di una nave da carico… che si rivelerà essere una nave fantasma…

Romanzo di culto di B. Traven dal tono kafkiano da commedia dell’assurdo, La Nave Morta, pubblicato per la prima volta nel 1926, è una denuncia politica del Capitalismo nei suoi oppressivi dispositivi, che la nave fantasma, come una grande metafora, rappresenta.

Autore: Ernst Friedrich
Editore: WOM
Pagine: 240
Prezzo: 23,90€

Un classico del pacifismo globale, un’affermazione devastante in cui «la fotografia funziona come terapia d’urto». (Susan Sontag)

Un saggio scioccante sulla natura della guerra, gli orrori che essa infligge alle persone e a tutti gli esseri viventi. Un saggio fotografico di più di centottanta fotografie di trincee, soldati mutilati, principi imbellettati, soldatini giocattolo, città rase al suolo, che racconta chi fa la guerra, chi la guerra la ordina e poi sta a guardare, chi la guerra la subisce, chi di guerra muore. Un classico del pacifismo globale acclamato da scrittori, artisti e intellettuali, come Otto Dix, George Grosz, Kurt Tucholsky, Susan Sontag, o Bertolt Brecht che se ne ispirò direttamente per il suo Abc della guerra. Un vademecum che ognuno dovrebbe avere nella propria biblioteca, da sfoderare ogni volta che le trombe sempre roboanti dei guerrafondai riprendono a starnazzare e le loro lingue a battere sul tamburo.

Ogni fotografia è accompagnata da una didascalia dove la malvagità dell’ideologia militarista è scorticata e derisa in ogni pagina.

Edito per la prima volta nel 1924, tradotto in più di 40 lingue, e qui pubblicato, nel rispetto del suo messaggio internazionalista e conformemente alle volontà dell’autore, in quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e francese).

«GUERRA ALLA GUERRA! non è solo un saggio SULLA guerra, è una raccolta di fotografie DELLA guerra. Che pagina dopo pagina mette davanti ai nostri occhi – con la violenza che solo le immagini possono trasmettere – realtà che raramente vengono fatte vedere, che “non si possono far vedere” per non turbare le coscienze anestetizzate. E che ripropongono verità SCOMODE e CENSURATE.» (Gino Strada)

Autore: B. Traven
Editore: WOM Edizioni
Pagine: 72
Prezzo: 9,90€

E se un giorno incontraste il Diavolo, Dio e la Morte in persona, con chi patteggereste? Un patto con la morte in cambio di metà tacchino arrosto. Basta questo apparentemente piccolo privilegio al poverissimo taglialegna Macario per ritrovarsi afferrato in un insolubile intreccio in cui il destino, come nelle più cruente fiabe, annoda la magia, la speranza, la gioia e il sogno all’orrore e alla disperazione, per rianimare la forza mitopoietica del racconto e dar vita ad una potente rivisitazione proletaria della leggenda di Faust.

Considerato uno dei migliori testi di B. Traven*, Macario è una favola capace di risvegliare gli arcani e le forze primigenie del mito e al contempo sviscerare con occhio dissacrante l’eterna lotta di potere tra ricchezza e povertà.

*Chi era B. Traven? E chi lo sa. Utilizzando tutte le tecniche di mimetizzazione per sovvertire le trappole dell’identità, quest’eterno clandestino, resterà fedele al suo adagio: «L’uomo creativo non deve avere altra biografia, al di fuori delle sue opere». Da qui l’assoluto mistero che lo circonda, che nel tempo gli ha conferito un totale di una trentina di pseudonimi, più o meno altrettanti luoghi e date di nascita e quattro o cinque nazionalità diverse.

copertina contro il lavoro
Autore: Giuseppe Rensi
Editore: WOM
Pagine: 152p.
Prezzo: 16,50€

La società capitalista considera il lavoro un’attività tanto etica quanto religiosa. Ma l’ingranaggio del lavoro, che dovrebbe favorire l’elevazione spirituale, in realtà, ne è il suo ostacolo e diventa la giustificazione all’asservimento. Rensi, scardinando il dogma dei dogmi, il lavoro nobilita l’uomo, da esemplare filosofo col martello dimostra qui come il vero destino dell’uomo sia l’ozio e il gioco, l’arte, la passione per le scienze, qualsiasi attività suscettibile di sfuggire all’obbligo e al diktat del denaro, e che dunque una società basata sul lavoro salariato è una società che legittima, perpetra e struttura il più spudorato schiavismo, perfettamente in linea con quanto ebbe già a dire Oscar Wilde: “Ho sempre considerato il lavoro semplicemente il rifugio delle persone che non hanno nulla da fare”.

Con una prefazione di Francesco D’Isa.

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