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Autore: Dale Pendell
Editore: Add
Pagine: 312
Prezzo: 25,00€

Pharmako/Dynamis chiude la trilogia Pharmako, lo studio enciclopedico di Dale Pendell sulla storia e gli usi delle piante psicoattive e dei relativi sintetici, iniziata in Italia con la pubblicazione di Pharmako/Gnosis, dedicato alle piante psichedeliche e sciamaniche, poi proseguita con Pharmako/Poeia, sulle sostanze inebrianti mortifere e sensuali.

Questo volume è dedicato alle piante e alle sostanze stimolanti (tra cui caffè, tè, cioccolato, betel, khat, coca e i suoi derivati) ed empatogene (noce moscata, ecstasy, GHB). Ogni sostanza è esplorata nel dettaglio, attraverso il racconto della storia, della natura chimica e di usi, preparazioni, significati culturali e corrispondenze esoteriche. Pendell dispensa esperienze personali e descrizioni vivide degli effetti provati ricorrendo a un linguaggio e a uno sguardo proprio solo dei poeti.

Bolero Avana, l’ultimo libro di Carla Vitantonio, è dedicato all’isola che incarna e fonde insieme i concetti di rivoluzione, seduzione e contraddizione.

Lunedì 08 maggio verrà qui a parlarne con noi e con Carlo Benedetti, ed è una di quelle occasioni da non lasciarsi scappare:

 

Raccontare Cuba è un’avventura impossibile, una battaglia chisciottiana contro le aspettative deluse, le invettive politiche, i sogni infranti, i desideri di quelli che, per paura che il sogno finisse, hanno preferito non svegliarsi mai.

Dopo la Corea del Nord e il Myanmar, Carla Vitantonio, alla guida della sua automobile cinese, ci porta tra le strade dell’Avana, lungo i litorali e nelle zone rurali dell’isola del Caribe, raccontando un altro pezzo della sua vita eccezionale nei luoghi impossibili del globo che sceglie di far diventare la sua casa. Pagina dopo pagina entriamo e usciamo dall’intimità dell’autrice, e la accompagniamo mentre nuota nella piscina diroccata del Copacabana colma di pesciolini tropicali, la scortiamo nelle camminate forsennate per vicoli, scale, terrazze e corsie di supermercati sprovviste di quelli che noi consideriamo beni di consumo di base (il burro!). In questo vortice esperienziale ci ritroviamo a meditare con lei su temi quali razzismo, postcolonialismo, femminismo bianco, e siamo sempre con lei quando celebra passi fatidici della sua nuova vita, fino al momento dell’ennesimo addio.


Carla Vitantonio è cooperante, autrice, attrice. Ha lavorato come capo missione per Ong internazionali in Corea del Nord, dove ha passato quattro anni, in Myanmar e a Cuba, dove oggi vive. Si occupa di gestione di crisi umanitarie, giustizia sociale e inclusione. Per il suo impegno è stata nominata nel 2022 Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia.
Attualmente è Policy Leader Fellow presso la School of Transnational Governance dell’European University Institute. Per add editore ha pubblicato Pyongyang Blues, che è diventato anche un podcast, e Myanmar Swing.

Autrice: Rafia Zakaria
Editore: Add
Pagine: 240
Prezzo: 18,00€

Le donne bianche sono state per lungo tempo le “esperte” di femminismo: hanno presieduto organizzazioni internazionali e scritto molto di ciò che, ancora oggi, viene considerato il canone femminista. Questa visione ha definito uno spazio di potere biancocentrico che ha escluso dal racconto e dalla definizione di sé buona parte delle donne del mondo. Dalla tesi coloniale secondo cui tutte le riforme vengono dall’Occidente alla condiscendenza del “complesso degli aiuti” sino alla liberazione sessuale come “somma totale dell’empowerment”, le femministe bianche hanno modellato bisogni e richieste a propria immagine e somiglianza.

Lo spazio spropositato che la bianchezza ha occupato va ripopolato con racconti di altri femminismi: quelli che sono stati soppressi o cancellati dalla dominazione coloniale e dal silenziamento bianco, quelli che sono stati eclissati dalla noncuranza, passata e presente, del privilegio bianco.

Autore: David Topp
Editore: Add
Pagine: 384
Prezzo: 22,00€

La straordinaria storia sonora di David Toop inizia nelle foreste pluviali dell’Amazzonia per giungere alle megalopoli contemporanee, attraversando il lavoro di artisti come Brian Eno, Sun Ra, Erik Satie, i Kraftwerk e Brian Wilson.
Partendo dall’Esposizione di Parigi del 1889, quando Debussy ascoltò per la prima volta la musica giavanese, Oceano di suono arriva a incanalare gli istinti contrastanti della musica del XX secolo in un resoconto insieme storico, visionario e rivoluzionario.
La musica ambient viene ridefinita come un protocollo alternativo per l’ascolto e la creazione di suoni ma anche come una modalità di rilettura dei concetti di politica, temporalità e spazio.
Un’avventura straordinaria che, attraverso una scrittura appassionata, conferma Toop come una delle voci-guida da ascoltare in questo mondo connesso e incoerente.

 

Negli anni mi è capitato spesso di descrivere Oceano di suono come «uno dei libri di musica più importanti mai scritti» e ogni volta la definizione mi è sembrata fuorviante, imprecisa, non in grado di restituire il respiro di un’opera che, in un impeto di entusiasmo, il mensile «The Wire» arrivò a paragonare nientemeno che alle Città invisibili di Italo Calvino. (Valerio Mattioli)

Autore: Bim Eriksson
Editore: Add editore
Pagine: 264
Prezzo: 25,00€

 

In un futuro non così lontano, felicità e benessere psicologico sono imposti per legge.
Un apposito ministero si occupa di tracciare ogni sintomo di devianza psichica, controllare la circolazione delle informazioni e intervenire tramite i suoi socioguardiani a ogni manifestazione di emozioni diverse dal sorriso. Trattamenti sanitari obbligatori, vaccinazioni contro tutto ciò che viene identificato come “malattia mentale”, Stato di polizia: ogni intervento in nome della produttività.

Dopo una giornata impossibile, Betty Pott viene convocata all’istituto di psichiatria e di salute popolare e, mentre subisce la prima flebo di stabilizzatore emozionale, conosce Berina. Ancora non lo sa, ma sarà proprio questo incontro ad aprirle le porte di un mondo di cui non sospettava nemmeno l’esistenza.
Un mondo dal quale opporsi al regime. La resistenza che germoglia negli inferi.

Autrice: Andrea Köhler
Editore: Add
Pagine: 126
Prezzo: 16,00€

Quanto è lungo il tempo delle nostre vite impiegato ad aspettare. Aspettare le cose più diverse: un amore, una telefonata, una nascita, una risposta, ma anche l’esito di un esame, l’accettazione di un’offerta, un pullman che non arriva… Se ci fermiamo a pensare, sarà facile accorgerci che molta parte della nostra vita altro non è che una lunga attesa di qualcosa che è alle porte, e che proprio quell’attesa è la parte più ricca del nostro vivere.
Kafka ha scritto che tutta la sua vita altro non era che “un’attesa prima della nascita” e, con Aspettando Godot, Samuel Beckett lo ha dimostrato meglio di tutti, a cavallo tra realtà, sogno e follia.
In questo prezioso e suggestivo saggio, la scrittrice e giornalista tedesca Andrea Köhler si mette sulle tracce dell’attesa, di quello spazio di tempo in cui ciò che deve compiersi è ancora un’idea e il nostro cuore è sospeso tra un qui e un altrove.

Con l’aiuto dei maggiori scrittori e filosofi di tutti i tempi (da Barthes a Nabokov, da Camus a Handke) l’autrice attraversa il tempo con la grazia della scrittura e della letteratura per condurre il lettore in una dimensione che non sappiamo vedere, ma in cui siamo perennemente immersi, facendoci capire che il tempo di chi aspetta è un tempo da coltivare con cura.

Autrice: Anna Peyron
Editore: add
Pagine: 240
Prezzo: 18,00€

Trentasette milioni di anni fa, la rosa compare sulla terra. L’hanno rivelato i fossili ritrovati in Oregon e in Colorado confermandoci che in tempi preistorici crescevano specie diverse di rose, le stesse presenti ancora oggi nell’emisfero settentrionale. La storia del fiore, dalla sua genesi a tutto il Settecento, è un’introduzione al cuore del libro di Anna Peyron, che comincia con una data precisa: il 21 aprile 1799, quando Marie Joseph Rose Tascher de La Pagerie, nata in Martinica in una famiglia creola di coloni bianchi francesi, compra una tenuta circondata da un parco. È Giuseppina Bonaparte, e sta comprando Malmaison. Qui allestisce un giardino ben presto più famoso del suo salotto, dove intesse relazioni, riceve imperatori e zar, circondandosi innanzitutto di architetti paesaggisti, botanici, zoologi, chimici, naturalisti, matematici che la aiuteranno a trasformare Malmaison in un luogo di armonia e bellezza.

Dopo Giuseppina il romanzo continua con le rose cinesi che viaggiano nelle stive delle navi insieme al tè. Continua con le rose coltivate nei giardini d’America, persino di Alcatraz. Le rose degli English Gardens che traboccano di galliche, alba, centifoglie e muscose. Le rose nei giardini in Sudafrica sia pubblici che privati. E, per finire, le rose in Australia.

Attraverso persone e luoghi, giardinieri e giardini, colori e profumi Anna Peyron ricostruisce una storia di rose, donne, uomini, artisti, scrittori accomunati da una sola grande passione.

Autrice: Lulu Miller
Editore: Add
Pagine: 216
Prezzo: 18,00€

«Che senso ha la vita?» chiede una bambina di sette anni al padre scienziato.
«Nessuno» risponde lui, poco incline al dialogo.

Quel «nessuno» ha lasciato molte tracce in Lulu Miller (ideatrice e conduttrice di Invisibilia, uno dei podcast di divulgazione scientifica più amati dagli americani) e per anni quella frase le ha complicato la vita tanto che, per trovare una risposta diversa, ha cercato aiuto nei libri. Ed è allora che si è imbattuta in un gigante della scienza: David Starr Jordan, uno dei più importanti tassonomisti del mondo, uomo che ha scoperto migliaia di pesci; li ha cercati, catalogati e collocati nel grande albero della vita. Ma non sempre le cose sono come appaiono e, poco alla volta, la figura del gigante della scienza si sgretola davanti agli occhi attoniti dell’autrice.

Pagina dopo pagina I pesci non esistono passa da biografia a giallo, da omaggio alla scienza allo stupore per la crudeltà umana, da memoir a indagine, per approdare infine alla spiegazione del titolo, I pesci non esistono, dimostrando ai lettori come la natura si sia magistralmente vendicata di uno scienziato che credeva di poterla dominare.

copertina la torre
Autore: Bae Myung-hoon
Editore: Add
Pagine: 248
Prezzo: 20,00€

Scrivere fantascienza richiede tanto l’abilità di articolare grandi concetti, quanto logica e immaginazione. Bae Myung-hoon ha questi talenti e sono grato che qualcuno con il suo intelletto abbia scritto romanzi in coreano (Park Chan-wook)

Le sei storie interconnesse che compongono La Torre si svolgono in un grattacielo di 674 piani chiamato Beanstalk, uno Stato sovrano in perenne conflitto con Cosmomafia e con i Paesi limitrofi. Per avventurarsi all’esterno è necessario superare gli stretti controlli alle frontiere tra il ventiduesimo e il venticinquesimo piano, e soprattutto non soffrire di suolofobia, l’intensa e divorante paura di scendere al piano terra.

All’interno di questo scenario geopolitico, ogni racconto è uno spaccato sulle dinamiche di potere nella Torre, simbolo del capitalismo contemporaneo: un gruppo di ricercatori deve rivelare al proprio capo che, dall’esame dei dati raccolti, una delle figure più influenti della nazione è un cane; una donna usa il potere della Rete per soccorrere un pilota militare abbandonato dal governo nel mezzo del deserto; un operaio del Sindacato Lavoratori Trasporti Orizzontali vince il concorso e viene assegnato alla Sorveglianza, diventando un verticalista responsabile delle esercitazioni degli ascensori volte a sventare attentati; un forestiero si ritrova incaricato di preparare un elefante gentile a sedare gli esplosivi moti di protesta locali.

Bae riesce a creare una visione allo stesso tempo divertente e oscura della vita contemporanea, confermando una delle più affascinanti tendenze culturali del nostro tempo: l’acume dello sguardo della Corea del Sud sul mondo in cui viviamo

Mor. Storia per le mie madri è uno dei libri più belli che abbia letto quest’anno. Ne avevo parlato qui.

Per questo ho fatto di tutto per avere in libreria Sara Garagnani a parlarne di persona, e per mia immensa fortuna (e vostra, anche se ancora non lo sapete) Sara ha detto sì.

 

Mor è un affresco familiare che si stende attraverso la storia di quattro generazioni di donne, tra Svezia e Italia.

Con il dipanarsi delle vicende, l’autrice racconta come i traumi non elaborati si possano trasmettere di generazione in generazione, di madre in figlia, come un testimone che passa di mano in mano. La violenza psicologica e talvolta fisica si propaga, generando depressione, dipendenze, manie di perfezionismo, ossessioni, ricatti, segreti… anche a distanza di generazioni.
In lingua svedese “mor” significa madre, “mormor” (madre di madre) nonna e così via: è la parola stessa a suggerire una ricorsività.

Sara Garagnani racconta questa ereditarietà ripercorrendo la storia della sua famiglia, dalla nonna Inger alla madre Annette fino a se stessa, in un ciclo di emancipazione e ricaduta tratteggiato con lucidità ma anche con sincero affetto.

Con costante inventiva visiva, puntuale e mai fredda, l’autrice ci regala un racconto che è a un tempo analitico e intimo, riflessivo e passionale, dolce e amarissimo.
Una storia che ci permette di guardare le ferite familiari sotto una luce nuova, e con un obiettivo diverso: Mor non è la storia “delle mie madri” ma “per le mie madri”.

Mor è una dichiarazione di amore e un gesto di riconciliazione, la scelta decisa a interrompere una linea di dolore e violenza, perché «quello che subiamo, e che non elaboriamo, lo infliggeremo, o al limite lo asseconderemo». (dalla postfazione di Maura Gancitano)


Sara Garagnani (1976) vive a Bologna, è illustratrice e art director. Cura progetti di comunicazione, editoriali o di altro genere tra cui libri illustrati, progetti musicali e video di animazione. Ha vinto diversi premi, tra cui nel 2018 il Gold Award dell’associazione Autori di Immagini, e fa parte del collettivo di arte performativa Amigdala. Ha pubblicato diversi albi illustrati e, con la Casa delle Donne contro la violenza di Modena, il graphic novel Via del Gambero 77 su testi di Camilla de Concini. È membro della giuria del New York Independent Film Festival dal 2017.

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